Rete territoriale per l’occupazione giovanile

Rete territoriale per l’occupazione giovanile.

L’agenzia di comunità, presentata giovedì 2 febbraio, è promossa dal Comune di Parma e dall’Agenzia regionale per il lavoro in Emilia-Romagna.

“L’idea della rete territoriale per favorire l’occupazione giovanile mi convince profondamente. Collaborazione, dialogo, confronto tra istituzioni, imprese, istruzione e terzo settore sono la chiave per dare risposte alle nuove generazioni”. Queste le parole della presidente di Anpal Servizi, Cristina Tajani, la quale sposa con convinzione l’idea alla base di tale Agenzia di comunità.

All’evento – oltre alla Tajani – sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Cnel – Tiziano Treu – la direttrice dell’Agenzia regionale per il lavoro – Paola Cicognani – il sindaco di Parma – Michele Guerra – e l’assessore comunale alla Comunità giovanile, Beatrice Aimi.

La giornata si è conclusa con una tavola rotonda che ha coinvolto parti sociali, studenti e docenti della scuola secondaria superiore.

Cosa prevede il progetto.

Il progetto coinvolgerà diversi punti di aggregazione giovanile sul territorio. Prevede iniziative per favorire la transizione scuola-lavoro e lavoro-lavoro; per informare i giovani sulle tutele occupazionali, sugli strumenti di ricerca attiva dell’occupazione e sulla costruzione delle competenze necessarie a orientare la formazione.

I Comuni devono assumere il loro ruolo di facilitatori dei rapporti tra i diversi soggetti che operano sul territorio. In particolare con quelli del terzo settore, in grado di intercettare con maggiore efficacia le fasce più fragili della popolazione, come i cosiddetti Neet, i giovani che non studiano e non lavorano.

Uno dei temi fondamentali è quello dell’incontro. Tema che vede i Comuni protagonisti e che può avere nelle reti territoriali la concretizzazione di un modo di agire, di ideare e programmare e di mettere a terra le politiche per l’occupazione giovanile.

“A dicembre l’Istat ha certificato un tasso di occupazione al 60,5%, il più alto dal 2004 – sottolinea la Tajani – Ma siamo in uno scenario macroeconomico complesso e un dato del genere va guardato con occhiali capaci di andare oltre il singolo numero”.

In Italia permangono infatti “disuguaglianze storiche sulle quali è sempre più necessario intervenire. Mi riferisco alla diseguaglianza territoriale, a quella di genere e a quella generazionale. Riguardo a quest’ultima, abbiamo cominciato ad accorgerci del peso crescente sul mercato del lavoro della crisi demografica. I giovani sono sempre di meno e ciò, insieme ad altri fattori, rende complicato l’incrocio tra domanda e offerta”.

Un’ulteriore questione della quale i policy makers devono necessariamente tenere conto “è dovuta ai cambiamenti di natura sociale e antropologica che riguardano le nuove generazioni. I giovani che si affacciano al mercato del lavoro chiedono, oltre a una giusta retribuzione, una diversa gestione del tempo. Come ad esempio la possibilità di lavorare da remoto”.

Ma ancor di più “vedo camminare insieme una domanda di politiche salariali e di politiche pubbliche strutturali, come il programma Gol, con una domanda di spiegazione e riconoscimento chiaro del ruolo e del valore sociale del lavoro – conclude la Tajani – I giovani vogliono un ripensamento del lavoro come motore della crescita economica, sociale e culturale delle comunità. Ed è qui che le reti territoriali possono svolgere un ruolo fondamentale. Questo progetto, di creare una rete territoriale, è la chiave giusta per intercettare la grande domanda di senso che caratterizza lo sguardo delle giovani generazioni”.

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